Marzo 22, 2020

Negli ultimi vent’anni l’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato ben quattro volte una pandemia, con una modifica avvenuta in corso del concetto stesso di pandemia, che stacca la diffusione territoriale della malattia dal numero delle persone malate. Per cui se il virus del morbillo è diffuso in tutto il mondo, si parla di pandemia senza guardare quanti morti si contano causati dal morbillo. La definizione di pandemia è stata cambiata e questo uno dei principi che causa confusione ed è vero anche che sono stati riscontrati conflitti di interessi tra gli esperti che dichiarano la pandemia e la vendita di vaccini, poiché alcuni all’interno dell’Oms hanno interessi enormi nella vendita dei vaccini. Al momento della dichiarazione di pandemia di tipo VI gli Stati acquistano in massa un certo numero di vaccini che non vengono mediamente utilizzati. Quindi lo Stato spende migliaia di euro senza avere un ritorno.
L’unico che ci guadagna in tutto questo è Big Pharma e sicuramente ci guadagna questo controllo almeno psicologico e anche fisico sulle persone. Intendo dire le persone sono tutte in buona fede, però a grandi livelli la percezione è differente, come nel caso del virologo Giulio Tarro e della chiamata in causa dell’Oms presso il Consiglio d’Europa per rispondere delle ultime quattro dichiarazioni di pandemia ingiustificate, oltre che dal conclamato conflitto di interessi in seno all’Oms. I dati hanno dimostrato che per esempio in Polonia, che non comprò il vaccino per combattere l’influenza suina, il numero dei casi fu in linea con gli altri Paesi che invece si erano dotati del vaccino. Quindi diventa anche ingiustificabile il vaccino. Il caso di cui discutiamo oggi è dunque un problema interno al sistema sanitario dei Paesi: interroghiamoci come mai non ci sono sufficienti posti di terapia intensiva, piuttosto che allarmarsi per una mortalità bassa.

 

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